martedì 18 settembre 2012

La bolla del pesco




La bolla del pesco è causata da Taphrina deformans,  un fungo ascomicete diffuso in tutte le regioni italiane, in particolare in quelle settentrionali, dove grazie alle condizioni climatiche favorevoli si sviluppano le infezioni più pericolose.
Generalmente colpisce gli organi verdi della pianta come foglie e germogli, ma in caso di gravi attacchi i sintomi possono manifestarsi anche su fiori e frutti.

SINTOMI
I sintomi più evidenti appaiono sulle foglie giovani che si presentano deformate, con evidenti bollosità che assumono un colore giallo - rossastro. La diminuzione della capacità fotosintetica della pianta causa una riduzione quali – quantitativa della produzione.
I fiori colpiti presentano vistose deformazioni ed abortiscono, mentre i germogli possono assumere una conformazione irregolare con internodi ravvicinati.
A seguito di primavere fredde e piovose anche i frutti possono essere attaccati. Le nettarine sono più suscettibili e subiscono deformazioni con presenza di escrescenze rossastre. Se l’attacco è precoce,  il frutticino colpito cade.

BIOLOGIA ED EPIDEMIOLOGIA
Taphrina deformans è un ascomicete che sverna come spora tra perule o tra le screpolature del tronco o dei rami. A fine inverno, l’avvio delle infezioni è dato dal verificarsi di tre condizioni essenziali: temperatura sopra i 6 - 8°C, rottura delle gemme a legno e bagnatura della vegetazione per almeno 15 ore.
Il micelio fungino perfora la cuticola delle foglie e si sviluppa nel mesofillo, differenziando sulla superficie esterna numerosi aschi contenenti le ascospore che, una volta liberate, danno avvio alle infezioni secondarie.
In estate, quando le temperature raggiungono i 27-28°C il fungo entra in stato di quiescenza fino all’anno successivo.

DIFESA
La lotta è esclusivamente preventiva e si basa sull’impiego di fungicidi rameici. Vengono effettuati 2-3 trattamenti all’anno così ripartiti:
1°trattamento: in autunno, nel mese di novembre quando le foglie sono ormai cadute
2°trattamento: effettuato a fine inverno (gennaio – febbraio). Intervenire dalla rottura delle gemme a legno prima delle pioggie, in quanto una volta che il fungo è penetrato nel germoglio non è più possibile arrestare lo sviluppo della malattia. Di norma questi due trattamenti consentono un buon contenimento del patogeno.
3° trattamento: effettuato dalla fase di bottoni rosa alla caduta petali solo in caso di primavere fredde e piovose.
I prodotti impiegabili, ammessi anche in agricoltura biologica, sono i Sali di rame e il polisolfuro di calcio.

lunedì 10 settembre 2012

La coltivazione dell'arachide

L’arachide, chiamata anche nocciolina americana o spagnoletta è un frutto molto conosciuto nonché molto gustoso e nutriente. La sua coltivazione è alla portata di tutti in quanto non sono richieste particolari cure o attenzioni; è sufficiente un piccolo orto per avere una buona produzione. Seguendo questi facili consigli potrete facilmente gustare le vostre arachidi.
La prima cosa da fare è procurarsi il seme: non puoi infatti seminare le arachidi in vendita a scopo alimentare in quanto sono tostate e non germinerebbero. Non tutti i rivenditori di sementi dispongono di semi di arachide, ma se non ne trovi puoi sempre cercare su internet e farteli spedire. Ricorda inoltre che ciascuna pianta produrrà mediamente 30 – 40 baccelli.

Per poter germinare i semi richiedono temperature di almeno 13 -15 °C, quindi il periodo ideale per la semina sono i mesi di aprile – maggio. I terreni migliori sono quelli tendenti al sabbioso o comunque soffici, perché facilitano la formazione del baccello, che avviene sotto terra.

Per preparare il terreno alla semina eseguite una vangatura alla profondita di 25 – 30 cm; se avete un terreno molto compatto effettuatela nell’autunno - inverno precedente alla semina: in questo modo l’azione del gelo e del disgelo renderanno il suolo più soffice.

Il terreno deve essere ben livellato per evitare che si formino pozze dove l’acqua possa ristagnare; a questo punto, con l’aiuto di una zappa scavate dei piccoli solchi ad una distanza di 60 -70 centimentri gli uni dagli altri.

A questo punto dovete preparare i semi: i baccelli vanno sgusciati ma i semi alla interno devono rimanere avvolti dalla pellicina di colore rossastro.

Ora potete procedere alla semina, ponendo i semi all’interno dei solchi precedentemente preparati. La distanza tra un seme e l’altro deve essere di 15 – 20 cm. In questo modo se il solco è lungo, ad esempio 1 metro, avrete 6 – 7 piante per ciascuna fila.
I semi vanno ora ricoperti con circa 2 cm di terreno.

Una volta effettuata la semina dovrete seguire con attenzione la crescita delle vostre arachidi ed eseguire le necessarie cure colturali.

Eliminazione delle infestanti: le piante infestanti vanno eliminate estirpandole a mano o con l’aiuto di una zappetta.

Irrigazione: se le precipitazioni sono scarse è necessario irrigare l’arachide per consentire una buona produzione. Potete utilizzare un innaffiatoio o una canna per l’irrigazione ma fate attenzione a non esagerare con l’acqua: il terreno dovra apparire ben bagnato ma senza ristagni di acqua che potrebbero far marcire le piante.

Un operazione molto importate da eseguire all’inizio della fioritura è la rincalzatura. La rincalzatura consiste nell’ammucchiare alla base delle piante, il terreno presente tra una fila e l’altra; in modo da favorire l’interramento del fiore e la formazione del frutto. Anche in questo caso potrete usare una zappa.

Finalmente arriva il tempo della raccolta: il momento giusto è quando le foglie cominciano ad ingiallire (all’incirca a metà ottobre). Da 10 metri quadrati di superficie potete ricavare da 1,5 a 3 chilogrammi di baccelli.
Per estrarre i baccelli dal terreno potete aiutarvi con una forca, di quelle che si usano normalmente in agricoltura e per il giardinaggio.
I baccelli tolti dal terreno vanno quindi posti ad asciugare per qualche giorno in una zona riparata dalla pioggia, in modo da poterli poi ripulire con facilità dalla terra rimasta attaccata. Per favorire l’asciugatura è consigliabile disporli in un unico strato su una griglia tenuta sollevata dal suolo oppure disporle su un battuto di cemento o ancora, sempre in un unico strato, in cassette di legno.
Una volta asciugate e pulite dai residui di terreno possono essere conservate, sempre disposte in cassette di legno, in un luogo fresco ad asciutto.

Prima di consumare le arachidi dovrete tostarle: a questo scopo dovrete metterle nel forno con tutto il baccello alla temperatura di 150 – 180 °C per circa 10 – 15 minuti. E’ però consigliabile controllare di continuo la tostatura (basta aprire qualche baccello ed assaggiarlo) per evitare di bruciarli.


venerdì 7 settembre 2012

L'allevamento della quaglia

L'allevamento della quaglia



La quaglia è un uccello appartenente alla famiglia dei fasianidi; di questa famiglia fanno parte anche i fagiani, le pernici, i pavoni e i tacchini.
L’allevamento delle quaglie può dare molte soddisfazioni, infatti possono essere allevate per la carne, per le uova (più piccole di quelle di gallina ma molto saporite) o semplicemente per compagnia.
L’allevamento può essere fatto in gabbia o in voliera, l’importante è che la parte superiore sia chiusa da una rete altrimenti potrebbero volare via.
Innanzitutto dovete sapere che le quaglie da allevamento vengono suddivise in due gruppi: quaglie da volo, più piccole ed irrequiete, usate per il ripopolamento faunistico o per addestrare i cani da caccia e le quaglie da carne, impiegate anche per la produzione di uova.
Per cominciare dovete procurarvi i quagliotti da qualche allevatore o in qualche fiera di paese. In quest’ultimo caso prestate attenzione che non abbiano ferite o escoriazioni dovute alla permanenza per molte ore in spazi ristretti e che siano vivaci e ben nutrite. Per trovare l'allevamento più vicino a casa vostra che effettui la vendita di quaglie potete usare il motore di ricerca di questo sito Allevamenti - agraria.org.
E’ consigliabile iniziare con pochi esemplari: 1 maschio e 4-5 femmine vanno più che bene per cominciare e fare esperienza; in seguito potrete ampliare il vostro allevamento.
Passiamo ora ad analizzare gli aspetti più importanti per l'allevamento della quaglia.

Le voliere: per cominciare, con 1 maschio e 5 femmine, è sufficiente una gabbia di 2 metri per 2, alta sempre 2 metri. Il soffitto deve essere rivestito di polistirolo o di una rete piuttosto morbida perché tendono a svolazzare verso l'alto e potrebbero ferirsi. Sul pavimento disponete della sabbia siccome le quaglie amano razzolarvi e usarla per i “bagni di polvere”, importanti per il loro benessere. In un angolo potete disporre alcune fascine di arbusti e un po' di paglia o fieno in modo da costituire una specie di rifugio, dove le quaglie deporranno le uova.

L’alimentazione: in natura le quaglie si nutrono di semi, bacche e anche insetti e larve che trovano razzolando nel terreno. Se avete un recinto all'aperto non preoccupatevi se le vedrete ingerire piccoli sassi: lo fanno per aiutarsi nella digestione.
In commercio potete trovare molti tipi di mangimi per volatili; per le quaglie sono ottimi i mangimi destinati ai pulcini, costituiti da grano macinato finemente e da altre sostanze proteiche. Molto graditi sono anche gli sfarinati misti, a base di granoturco ed altri cereali. E' consigliabile non impiegare unicamente un solo tipo di mangime ma variare l'alimentazione miscelandone più tipi in modo da fornire una dieta completa ed equilibrata.
L'alimentazione con mangimi e granaglie va integrata con verdura e frutta fresca. Potete utilizzare gli avanzi della vostra cucina o recuperare verdura di scarto a poco prezzo. Molto gradito è anche il pane secco macinato.

La riproduzione: le quaglie, come le galline, depongono le uova anche senza la presenza del maschio, ma se volete che le uova schiudano e nascano i pulcini per ampliare l'allevamento devono essere fecondate. E' quindi necessaria la presenza di un maschio ogni 4-5 femmine. Alcuni maschi tendono ad essere aggressivi nei confronti delle femmine quindi, almeno inizialmente, teneteli sotto controllo. Le quaglie di allevamento hanno perso l'istinto alla cova, quindi dovrete procurarvi un'incubatrice. Un'incubatrice per uso domestico costa 60 – 70 euro e può essere acquistata nei negozi di prodotti per l'agricoltura oppure su internet.
Le uova fecondate possono essere conservate in un posto asciutto alla temperatura di 15 – 20°C per circa 10 giorni; è possibile conservarle anche più a lungo (fino ad un mese) ma vanno girate una volta al giorno. Vanno quindi inserite tutte insieme nell'incubatrice. Se le inserite mano a mano che vengono deposte sarà molto più difficile gestirle, quindi è meglio aspettare di averne un certo numero in modo che anche la schiusa avvenga contemporaneamente. Devono essere incubate per circa 16 – 18 giorni.

La carne: le quaglie sono pronte alla macellazione all'età di 50 – 60 giorni, quanto pesano circa 100 – 120 grammi. Potete lasciarle crescere un poì di più ma difficilmente supereranno i 150 grammi di peso, ricordate sono quaglie, non polli!

Uova di quaglia
Le uova: le quaglie iniziano a deporre uova a circa 40 giorni di età e arrivano a produrre 300 uova all'anno, nei mesi che vanno dalla primavera all'autunno. L'uovo pesa 10 – 12 grammi, quindi più piccolo di un uovo di gallina ma è molto nutrienti e con un elevato contenuto di proteine, calcio e fosforo. La deposizione inizia in primavera e procede fino all'autunno, mentre nei mesi invernali le quaglie interrompono la produzione di uova.