La bolla del pesco è causata da Taphrina deformans, un fungo ascomicete diffuso in tutte le
regioni italiane, in particolare in quelle settentrionali, dove grazie alle
condizioni climatiche favorevoli si sviluppano le infezioni più pericolose.
Generalmente colpisce gli organi verdi della pianta come
foglie e germogli, ma in caso di gravi attacchi i sintomi possono manifestarsi
anche su fiori e frutti.
SINTOMI
I sintomi più evidenti appaiono sulle foglie giovani che si
presentano deformate, con evidenti bollosità che assumono un colore giallo -
rossastro. La diminuzione della capacità fotosintetica della pianta causa una
riduzione quali – quantitativa della produzione.
I fiori colpiti presentano vistose deformazioni ed abortiscono,
mentre i germogli possono assumere una conformazione irregolare con internodi
ravvicinati.
A seguito di primavere fredde e piovose anche i frutti
possono essere attaccati. Le nettarine sono più suscettibili e subiscono
deformazioni con presenza di escrescenze rossastre. Se l’attacco è
precoce, il frutticino colpito cade.
BIOLOGIA ED EPIDEMIOLOGIA
Taphrina deformans è un ascomicete che sverna come spora tra
perule o tra le screpolature del tronco o dei rami. A fine inverno, l’avvio
delle infezioni è dato dal verificarsi di tre condizioni essenziali:
temperatura sopra i 6 - 8°C, rottura delle gemme a legno e bagnatura della
vegetazione per almeno 15 ore.
Il micelio fungino perfora la cuticola delle foglie e si
sviluppa nel mesofillo, differenziando sulla superficie esterna numerosi aschi
contenenti le ascospore che, una volta liberate, danno avvio alle infezioni
secondarie.
In estate, quando le temperature raggiungono i 27-28°C il
fungo entra in stato di quiescenza fino all’anno successivo.
DIFESA
La lotta è esclusivamente preventiva e si basa sull’impiego
di fungicidi rameici. Vengono effettuati 2-3 trattamenti all’anno così ripartiti:
1°trattamento: in autunno, nel mese di novembre quando le
foglie sono ormai cadute
2°trattamento: effettuato a fine inverno (gennaio –
febbraio). Intervenire dalla rottura delle gemme a legno prima delle pioggie,
in quanto una volta che il fungo è penetrato nel germoglio non è più possibile
arrestare lo sviluppo della malattia. Di norma questi due trattamenti
consentono un buon contenimento del patogeno.
3° trattamento: effettuato dalla fase di bottoni rosa alla
caduta petali solo in caso di primavere fredde e piovose.
I prodotti impiegabili, ammessi anche in agricoltura
biologica, sono i Sali di rame e il polisolfuro di calcio.